GIULIO CESARE NON
E’ SOLO UN’INSALATA. E’ ANCHE UN GRAMELOT GLOBALE IN SALSA ANTICA di Helene Paraskeva
Amici, Cittadini di
Roma, Cittadini del Mondo, datemi ascolto!
Anche questa estate
del 2004, nel cuore della Roma antica, la compagnia teatrale dei “Miracle
Players”, cinque attori venuti dai quattro angoli del mondo (o c’è un
doppione o il mondo non ha angoli) recitano l’opera di Shakespeare “Giulio
Cesare”.
Era una tragedia
quando l’ha scritta Shakespeare ma è stata trasformata dagli intellettuali
della compagnia in commedia, anzi in un fumetto animato comico,
scanzonato, ironico, come il nuovo titolo, “Giulio Cesare, non (è) solo
un’insalata”.
I nostri attori
recitano in inglese, che diventa un fantasioso e godibile gramelot grazie
ai gesti, la mimica, le mosse, le espressioni, le battute, gli sgangherati
costumi di scena e tutti gli attrezzi che si portano dietro, come i
giullari di strada medievali o gli attori sul carro di Tespi di una volta…
“E Giulio Cesare?”
Lui è un personaggio
così grande che non ha bisogno di presentazioni. Il suo nome è diventato
sinonimo di capo, “Kaiser”, “Re”, “Imperatore”.
Il problema, però,
sta nel fatto che pur avendo le qualità e le ambizioni degne di un Re,
povero Giulio era capitato in un periodo, quello della Repubblica, in cui
i monarchi non erano tipi graditi e si chiamavano tiranni. Si sa, gli
antichi erano bravi ma avevano le loro fissazioni…
“Allora è tutto
politica!” Mi direte.
“Beh, sì, e anche
quella bella succulenta, come la caccia al voto, la corruzione, il
conflitto d’interesse, l’arroganza del potere, la demagogia…”
Tempi romantici, da
nostalgia.
Se avete, quindi,
voglia di divertirvi, potete venire il martedì o il venerdì alle 19.30,
vicino al carcere Mamertino, dove la compagnia dei “Miracle Players” ci
mostra ridendo e scherzando quanto erano influenzabili quegli antichi
cittadini di Roma.